Principali malattie dermatologiche del pastore tedesco

Come molte altre razze anche il pastore tedesco soffre frequentemente di dermatopatie. La più comune tra tutte è la dermatite atopica. Questa dermatopatia rientra nello spettro della dermatiti allergiche ed è la malattia dermatologica di più frequente riscontro nei cani.  I primi segni clinici compaiono intorno ai primi anni di vita, tendenzialmente entro i 3-4 anni e il sintomo principale è il prurito. Questo si manifesta non solo con i comportamenti classici di mordicchiamento o grattamento, ma anche con leccamento insistente degli arti o della parti ventrali del corpo, scuotimento della testa, e strusciamento della zona perianale o del muso. Oltre al prurito i cani manifestano arrossamenti delle regioni ventrali, in particolare del cavo ascellare o inguinale, degli spazi interdigitali e dei padiglioni auricolari. Questi arrossamenti possono seguire una stagionalità, manifestarsi a seguito della passeggiata o essere persistenti durante tutto l’anno. Se non trattati adeguatamente la pelle può diventare ispessita e inscurirsi (lichenificazione e iperpigmentazione) e diventare sede di infezioni secondarie batteriche o da malassezia che aggravano ulteriormente il prurito del cane.  Le infezioni batteriche (piodermiti) si presentano con comparsa di aree prive di pelo multifocali sul tronco, croste, scaglie, o pustole.  L’infezione da malassezia invece causa pelo untuoso, seborrea e un odore acre del mantello. Spesso, in corso di dermatite atopica compaiono anche otiti, che se non trattate adeguatamente possono causare nei casi più gravi una perforazione timpanica ed essere fonte di estremo dolore. I cani, in questi casi difficilmente si lasciano manipolare le orecchie e possono anche assumere atteggiamenti aggressivi qualora il proprietario o il veterinario cerchi di ispezionarle. I pazienti con questa dermatopatia devono essere inquadrati da un veterinario con esperienza in dermatologia per risolvere le infezioni e impostare una terapia multimodale per la gestione nel lungo periodo, trattandosi spesso di una problematica di tipo cronico. 

Anche altre malattie possono causare prurito, come banalmente le pulci o la rogna sarcoptica. Una profilassi corretta per gli ectoparassiti deve essere sempre mantenuta durante l’anno per non incorrere in queste problematiche.

Altri problemi dermatologici meno frequenti ma tipici della razza sono la piodermite mucocutanea che si manifesta con aree di ulcerazione generalmente a livello di commissura labiale; il lupus cutaneo, malattia immunomediata che si caratterizza sempre per comparsa di lesioni erosive ulcerative su labbra, perioculari o sul tartufo; la piodermite profonda del pastore tedesco che si manifesta con lesioni profonde che gemono materiale sieroso o purulento sulle cosce e le fistole metatarsali, lesioni fistolose localizzate sulla cute a livello della parte prossimale dei cuscinetti metatarsali. Queste sono tutte malattie autoimmunitarie per cui il pastore tedesco è particolarmente predisposto.

Dr.ssa Irina Matricoti

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PRIMA PROVA DI SELEZIONE SAS PER IL CAMPIONATO DI OBEDIENCE

(Sas Valdoglio 26 marzo 2023)

Dopo il bellissimo incontro sull’obedience svolto a dicembre a Modena, chiamo Elena Corselli amica della sas Valdoglio e chiedo: “Avete impegni al campo a marzo?”. Amica da anni, è sempre un piacere lavorare con loro, ma questa volta non si tratta di uno stage o di una giornata formativa sulla nostra amata razza ma qualcosa di più … questa volta si tratta di organizzare come SAS una prova di obedience solo per pastori tedeschi e non una gara qualsiasi, ma la Prima Selezione per il Campionato Italiano di Obedience! 

La mia proposta è stata accolta subito con entusiasmo, la SAS Valdoglio è una storica sezione di utilità e difesa, sotto le direttive del presidente Claudio Coelli negli anni hanno organizzato tanti campionati regionali, selezioni per i mondiali, campionati italiani di utilità e difesa, gareggiavo in quel campo negli anni 80-90, ma l’obedience per loro è una disciplina nuova. Decidono che non possono tirarsi indietro! In poco tempo si procurano tutto il necessario fra coni, box, riporti, legnetti e si mette al lavoro anche il presidente Claudio che costruisce i salti nuovi da usare. Verrà coinvolto anche Stefano Mariani per un aiuto in segreteria con il PC (lavoro che nelle prove di obedience è fondamentale). Prima della gara ci sono 1000 telefonate da parte di Elena, presa dall’ansia di organizzare tutto al meglio. Erba tagliata a prato inglese sempre grazie all’aiuto di Claudio, premi per tutti gli iscritti e tanta serenità da portare fra i concorrenti. Il clima familiare è quello che da anni caratterizza questo campo. Come ho detto e ripetuto più volte questa doveva essere una vera festa del pastore tedesco! Il giorno della gara siamo stati premiati…è stata davvero una bellissima festa, con un meteo splendido (strano) e un clima soprattutto sereno. Viva l’obedience e i nostri meravigliosi pastori tedeschi! Elena, Claudio, Stefano e tutta la sas Valdoglio siete stati SUPER. Ringrazio anche Alberto Bellandi per essere stato presente alla manifestazione.   

La gara, i risultati, il livello tecnico.

Il sabato, tutti i partecipanti hanno la possibilità di effettuare la prova campo. Le ultime prove, sale l’ansia per qualche errore. Gli ultimi consigli e il campo viene chiuso, per permettere a Liana Carlon, commissario di ring della gara, di posizionare gli attrezzi e di segnare tutti i punti per gli esercizi sul campo. Un lavoro preciso e fondamentale per lo svolgimento della Prova.

La domenica, informazioni utili ai concorrenti, ultimi dettagli per la segreteria e il campo e si comincia. In campo, il Giudice (io), Il commissario (Liana) e il segretario che scrive i miei commenti e i voti sulle schede di giudizio (Francesco).

Un totale di 18 soggetti distribuiti in 4 classi di partecipazione. Riporto qui i podi.

Classe Predebuttanti. I “piccolini”. Podio: Vince Giorgia Amodeo con Lucifer. 2°Renato Brunzin con Maja Matajur. 3°Annalisa Medda con Naika. 

Classe Debuttanti. Podio: Vince Chiara Meccoli con Ermione Leonessa d’Italia. 2° Alessandro Conti con Saba dei Realnardi. 3° Elena Corselli con Braveheart Schon del Cerbero.

Classe 1. Podio: Vince Federica Morelli con Kobi Maranberg. 2° Teresa Ardillo con Dakota Leonessa d’Italia. 3° Serena Buson con Spirit.

Classe 2. Podio: Vince Andrea Delle Donne con Quendy della Decima mas. 2° Roberto De Angelis con Axel. 3° Giorgio Nardin con Gino di Casa Mary

Premio speciale per il miglio binomio: Alice Paladino con Escobar dei Trevigi

Nel commento generale a fine gara, ho detto a tutti che ho visto buoni soggetti, con ottime doti caratteriali, tecnicamente ben preparati ma ancora con delle piccole lacune nella gestione gara. Mi spiego: era evidente e ben visibile che la tecnica c’era, i cani conoscevano gli esercizi, ma il conduttore faceva fatica a tenere il cane in attenzione e ci rimaneva male quando il cane non eseguiva ciò che aveva sempre fatto bene. Ma queste sono le gare. Quindi non mollate, continuate a lavorare.

Un’impresa riuscire a formare un gruppo di pastori tedeschi in Obedience. Siamo ancora pochi, ma con un buon impegno da parte della SAS e un mio lavoro di motivazione, con incontri per allenarsi assieme, riusciremo ad aumentare i numeri e soprattutto a migliorare la qualità del lavoro. Riguardo a questo abbiamo pensato di organizzare degli incontri dove ci sarà la possibilità di organizzare delle simulazioni gara. Metterò a disposizione la mia esperienza per migliorare il lavoro e la gestione del cane in gara. Tutto questo per raggiungere un obiettivo: PARTECIPARE AL CAMPIONATO SAS DI OBEDIENCE. SI, CI SARÀ. ORGANIZZATO DALLA SAS CENTRALE IN EMILIA-ROMAGNA 18.19 NOVEMBRE 2023. UN GRANDE CAMPIONATO MULTIDISCIPLINARE CON: AGILITY, OBEDIENCE, MONDIORING, PROVE DI SOCCORSO, PISTE.                                                          

…UNA GRANDE FESTA DEL PASTORE TEDESCO. VI ASPETTO NUMEROSI!!!!

Anaela Tuzzi

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Intervista all’esperto: Agatino Corvaia

Mi considero fortunato e onorato nel conoscere una persona di oggettiva e indiscussa competenza cinofila qual è Agatino Corvaia. Personalità forte e di grande esperienza, Esperto Giudice ENCI – FCI per le razze di Utilità e Difesa e Soccorso, titolare dell’affisso “Di Casa Corvaia”, ha ricoperto la carica di consigliere SAS e Responsabile del settore Addestramento. Agatino Corvaia ha conseguito il Siger SAS nel 1988, è stato Campione italiano ENCI nel 1989, ha partecipato al Campionato Europeo nel 1990, ed è stato Campione del Mondo su traccia cani da soccorso nel 2010. Campione Italiano FIDASC e del Mondo nel 2014.

A questi titoli si aggiunge una grande esperienza nell’ambito del soccorso tecnico urgente, maturata come Vigile del Fuoco per circa trent’anni. Chi meglio di lui può darci delle risposte a quelle che sono le nostre curiosità in merito all’impiego del Pastore Tedesco, nel settore del soccorso in termini generali, e le differenze tra la disciplina relativa al soccorso nell’ambito sportivo e quella invece di Protezione Civile, nel contesto operativo.

Da sempre sei impegnato nelle attività cinofile, ti conosciamo come Esperto Giudice di prove IGP (Prove di lavoro internazionali per cani da utilità e difesa), ma sappiamo anche che sei stato precursore con la SAS di un’altra disciplina altrettanto impegnativa e complessa qual è quella del Soccorso Operativo. Ci vuoi raccontare in che modo questa si è sviluppata in Italia e l’importanza del Pastore Tedesco in questo percorso?

Sì, effettivamente già negli anni settanta ero un tesserato SAS, dove oltre ad allevare cani da pastore tedesco, mi occupavo anche di addestramento. Negli anni ottanta ho iniziato il percorso per la formazione di Unità Cinofile da Soccorso e con la SAS ho fatto un bellissimo percorso soprattutto dal 1984 al 1986, resosi concreto poi, con la stesura del primo Regolamento per l’Abilitazione dei primi cani da soccorso. In quel periodo la SAS organizzò diversi corsi di formazione e molte prove operative un po’ in tutta Italia, promuovendo prima di tutti questo settore e incentivando le prime Unità Cinofile in ambito di protezione Civile (Regolamento per l’Abilitazione delle Unità Cinofile da impiegare per la ricerca in superficie di persone scomparse e travolte da macerie).

Provenendo da un’esperienza prettamente operativa nel settore della ricerca con il cane, cosa pensi delle manifestazioni sportive oggi conosciute come prove IPO-R (Organizzazione Internazionale Cani da Soccorso)?

Con l’introduzione dei Regolamenti Internazionali (IPO-R), ci si è avvicinati al mondo sportivo. Infatti, nelle prove troviamo dei giudizi, delle qualifiche, la classifica, ma per quanto concerne l’attività svolta dal cane, non penso ci sia una grande differenza poiché quest’ultimo è ignaro della partecipazione sportiva che in quel momento sta effettuando. Considero questo tipo di prove, utili e necessarie a garantire una corretta preparazione tecnica e atletica del cane. Attualmente esiste un vero e proprio circuito (IRO) di prove di questo tipo, che può portare i partecipanti a gareggiare anche in competizioni nazionali e mondiali.

Se ho capito bene, nella fase riguardante la ricerca, non si evincono particolari differenze tra le due prove, invece cosa mi dici per gli altri esercizi che il cane deve affrontare?

Voglio precisare che le prove IRO sono nate con l’intento di disciplinare a carattere internazionale il settore del soccorso cinofilo. Il binomio che supera il livello più alto della prova IPO-R (livello B), in realtà dovrebbe essere abilitato a svolgere anche attività di carattere operativo. In Italia però questo non è consentito e per operare nel soccorso, cioè per svolgere un vero e proprio intervento di ricerca, è richiesta l’abilitazione rilasciata dall’ENCI, in seguito al superamento della prova di operatività. In realtà se andiamo a considerare la sezione che si riferisce agli esercizi di obbedienza e destrezza delle due prove, possiamo senza dubbio costatare la maggiore difficoltà delle prove IPO-R. L’anomalia è evidente, in considerazione di questo il binomio che ha superato la prova IPO-R nel livello B, non dovrebbe essere sottoposto a nessun’altra valutazione, ma avere la possibilità di operare anche in ambito di Protezione Civile senza sostenere nessun’altra verifica.

E invece qual è la situazione attuale nell’ambito del soccorso operativo? 

Oggi in Italia abbiamo un ottimo livello in tal senso, sono presenti numerose Associazioni di livello nazionale con Unità Cinofile abbastanza preparate, ci sono binomi collaudati che hanno partecipato in diverse calamità nazionali e internazionali, così come abbiamo potuto costatare nel terremoto in Turchia e in Siria.

Quali sono gli obiettivi della SAS nell’ambito delle discipline del soccorso?

Io spero tanto che la SAS e i soci si appassionino sempre più a queste discipline e che Il nostro amato Pastore Tedesco possa primeggiare anche in questo ambito. Sappiamo che questa razza è una delle più versatili e sono sicuro che anche nel settore del soccorso potrà darci tante soddisfazioni.

Roberto Palmieri

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BENESSERE ANIMALE

Tutte le normative hanno portato a inquadrare giuridicamente gli animali tutelandoli come beni patrimoniali ed elevandoli da oggetto a soggetto di diritto, quindi esseri sensienti. Possiamo affermare che il benessere è ciò che dovremmo essere se fossimo in un equilibrio biologico ottenuto con il minimo sforzo e massima resa.

Questo concetto traslato, ci porta a riflettere che per garantire il benessere ai cani con i quali ci relazioniamo per qualsiasi disciplina è opportuno identificare gli elementi di malessere per mantenere il benessere.

Il loro benessere psico-fisico si ottiene rispettando le loro esigenze etologiche a loro funzionali nel contesto in cui vivono.

Spesso, invece, vivono le conseguenze delle nostre esigenze:

  • AMBIZIONI ( superare i loro limiti soggettivi )
  • CARENZE (usarlo come sostituto di affetto )
  • CONVINZIONI ( ignoranza sulla loro animalità )

Tutti gli addetti ai lavori dovrebbero conoscere i sintomi relativi al malessere animale per cui ritengo interessante analizzare la piramide di Maslow adattata ai cani:

bisogni sociali

bisogno di autorealizzazione

realizzazione di se stessi nei vari ambiti di vita

il cane è pienamente realizzato

bisogno di riconoscimento e rendimento prestigio, rispetto, apprezzamento

il cane ha stima di sé

bisogno di appartenenza benevolenza, amore, accettazione

il cane si sente parte di un gruppo

bisogni primari

bisogno di sicurezza protezione, certezza, tranquillità

il cane si sente sicuro

bisogni fisiologici quali salute, alimentazione, riposo, sessuali

il cane è fisicamente appagato

Il cane vive in una spazialità che è tridimensionale – olfattiva, uditiva, gustativa, visiva e tattile – per cui grandi spazi non sono utili se scarseggiano le risorse, spazi più contenuti possono bastare se ci sono risorse atte al soddisfacimento dei bisogni necessari. Evitare sovraffollamento in spazi contenuti poiché potrebbero scatenare stati ansiosi e aggressività.

Responsabilità di chi a qualunque titolo  detiene un cane:

  • Internazionale e Comunitaria
  • Statale
  • Regionale
  • Provinciale
  • Comunale
  • Aziende Sanitarie Locali
  • Privati
  • Proprietari e Detentori

CONSULTARE:

  • Dichiarazione universale diritti degli animali
  • Convenzione Europea protezione animali da compagnia
  • Trattato di Lisbona art. 13
  • Normativa Italiana legge n° 281, 189,201
  • DPR n° 320 del 1954
  • D.L. n°285 del 1992

Mimmo Carnicella 

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ANTIBIOTICO RESISTENZA: SAPETE DAVVERO COSA STATE FACENDO?

Siamo di fronte ad una scelta: pensare a noi stessi, al nostro allevamento, al nostro presente oppure aprire gli occhi e la mente cercando di uscire dal nostro piccolo interesse personale e migliorare la gestione dell’allevamento (e della nostra salute) a lungo termine.

I batteri sono esseri viventi unicellulari dotati di un proprio metabolismo.

I virus sono microorganismi che necessitano di una cellula ospite per replicarsi.

Gli antibiotici servono per ‘uccidere’ i batteri e non sono efficaci contro i virus.

Esistono Batteri ‘buoni’ ad esempio nel nostro intestino e Batteri ‘cattivi’ o patogeni che creano un’infezione.

Esistono Virus ‘cattivi’ o patogeni (quasi tutti) che sviluppano una patologia virale (Influenza, HIV, Herpes). Negli ultimi anni si comincia a parlare anche di Virus ‘buoni’, si chiamano virus batteriofagi, o anche fagi protettivi, e sono al centro di recenti studi che si impegnano a trovare un’alternativa ai tradizionali antibiotici, data la sempre maggiore resistenza dei batteri ai farmaci. Si stanno anche studiando Virus utilizzati come trasportatori di terapie antitumorali per una sempre più mirata ed efficacia lotta contro il cancro.

Ma cos’è l’antibiotico-resistenza?

La resistenza agli antibiotici, o antibioticoresistenza, è un fenomeno naturale biologico di adattamento di alcuni microrganismi, che acquisiscono la capacità di sopravvivere o di crescere in presenza di una concentrazione di un agente antibatterico.

Perché c’è antibiotico-resistenza?

La resistenza agli antibiotici è un fenomeno naturale, vecchio di oltre due miliardi di anni, causato dalle mutazioni genetiche a cui vanno incontro i batteri. Tuttavia un uso eccessivo e improprio degli antibiotici accelera la comparsa e la diffusione dei batteri resistenti agli antibiotici.

L’allevatore medio di Pastore Tedesco è radicato alle credenze passate, tramandate da allevatore ad allevatore come un rito spirituale che non ha nessuna valenza scientifica, ma che riempiono il cuore ed accecano la vista.

Quali sono le più significative credenze popolari che si sono diffuse negli anni tra gli allevatori della S.A.S. senza nessuna conferma logica e scientifica? Ecco alcuni esempi:

  1. Terapia antibiotica per una settimana per tonsillite poi magari tonsillectomia (si ‘tolgono’ le tonsille…il cane zoppica sugli arti anteriori).
  2. Terapia antibiotica ogni inizio calore (così tanto per fare, come ‘prevenzione’).
  3. Terapia antibiotica prima del parto (non si sa mai cosa può accadere, meglio prevenire).
  4. Terapia antibiotica ogni 6 mesi in allevamento (così tanto per fare una ‘pulizia’)
  5. Terapia antibiotica per ‘qualche giorno’ in caso di diarrea nel cucciolo (si è sempre fatto, da anni).
  6. Terapia antibiotica direttamente consegnata durante la vendita del cucciolo…così tanto per evitare un’eventuale diarrea dello stesso (prevenire è meglio che curare).

È importante sottolineare che la terapia antibiotica non è una prevenzione o una profilassi (come ad esempio lo sono le vaccinazioni) ma è una terapia in risposta ad un patogeno batterico. Quindi non deve mai essere usato un antibiotico col fine della prevenzione.

Gli esempi riportati, molto diffusi tra i soci SAS, sono estremamente gravi per la salute pubblica. Le categorie fragili come gli ospedalizzati, i bambini, gli anziani, i pazienti oncologici sono individui a forte rischio di infezioni, talvolta anche letali. L’utilizzo di antibiotici in modo indiscriminato aumenta la resistenza antibiotica e di conseguenza aumenta il rischio di morte di queste categorie. 

L’utilizzo di un antibiotico, per legge, deve essere stabilito da un medico a seguito di un esame batteriologico con antibiogramma.

Utilizzare in modo indiscriminato un antibiotico crea un substrato batterico resistente alla stessa molecola che quindi in seguito non funzionerà più.

Una buona metafora è la nostra selezione di Razza. Un Pastore Tedesco selezionato è un soggetto che ha superato molte prove sia mediche (HD ED DNA), di lavoro (Wesen-BH-IGP) che di bellezza (qualifica ad un raduno). Un Super Pastore tedesco. Un Batterio ‘selezionato’ da un uso indiscriminato di antibiotici è un patogeno pericolosissimo per la salute pubblica. Un Super Batterio invincibile. Quindi se vogliano continuare a Selezionare la nostra Razza, impariamo a NON selezionare dei batteri nel nostro allevamento. Se non ci interessa della salute pubblica, almeno facciamolo per il nostro Pastore Tedesco.

Il problema dell’antibiotico resistenza è complesso da comprendere, ma se le menti sono aperte alla conoscenza oltre ad allevare meglio, probabilmente vivremo in modo migliore e più consapevole.

Fabio Vegetti

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LE GARE DI OBEDIENCE E IL CANE IDEALE

Le prove di Obedience si dividono in classi nelle quali gli esercizi aumentano di difficoltà e richiedono livelli crescenti di preparazione. Le classi sono in tutto cinque: Classe Predebuttanti, Classe Debuttanti, Classe 1, Classe 2, Classe 3. Per poter passare alla classe di livello superiore è obbligatorio ottenere una qualifica di “eccellente”.

Per organizzare una gara è sufficiente un terreno pianeggiante di almeno 30×50 metri.

Servono due ostacoli per il salto in alto (uno “pieno” e uno “vuoto” che arrivino a 60 cm di altezza), una dozzina di legnetti, alcuni riportelli, una dozzina di coni piccoli e tre coni grandi (come quelli che si possono vedere sulle strade).

Le figure ufficiali delle competizioni di Obedience, riconosciute dall’ENCI, sono due: il Giudice di gara e il Commissario di ring. Il Giudice sceglie gli esercizi e giudica la performance attraverso punteggi e valutazioni qualitative. Nella scelta degli esercizi da gara, il Giudice può seguire lo schema degli esercizi indicato nel Regolamento, oppure può decidere di cambiare la sequenza. Alla fine di ciascun esercizio esibisce un punteggio in modo visibile per il conduttore e per il pubblico presente. Al termine della prova commenta il risultato dando indicazioni al conduttore sulla qualità della prova e sui margini di miglioramento.

Il Commissario di ring collabora con il Giudice e tiene traccia degli esercizi da eseguire. Ha il compito di fornire al conduttore tutte le indicazioni per l’esecuzione degli esercizi. 

Le prove di Obedience sono molto impegnative e rappresentano un banco di prova fondamentale per verificare sul campo l’efficacia dell’allenamento e la qualità del rapporto instaurato tra cane e conduttore. Le prove durano a lungo e fanno emergere la capacità del binomio cane-conduttore di lavorare sotto pressione. Lo stress e l’emozione possono giocare brutti scherzi, ma anche offrire grandissime soddisfazioni per un esercizio eseguito alla perfezione o per un problema superato insieme.

Il cane da avviare alla disciplina dell’Obedience non deve possedere una prestanza fisica eccezionale o doti atletiche particolari. Non sono richiesti al cane coraggio, tempra e morso molto forti. Sono, invece, obbligatori un temperamento vivace e un’elevata docilità. 

Il cane ideale è un cane agile, allegro, giocoso, goloso. Per poter seguire un programma di allenamento, il cane deve avere una mente molto aperta ed essere sempre desideroso di lavorare, correre, giocare e mangiare.

È importante anche verificare che il cane abbia un comportamento sereno ed equilibrato sia con gli esseri umani sia con i propri simili. Non sono adatti all’Obedience i cani troppo nervosi, aggressivi o insicuri.

Le caratteristiche richieste al cane sono solo una delle due facce della medaglia. I risultati che si possono ottenere con l’allenamento di un cane dipendono molto dalle caratteristiche del conduttore. Anche il conduttore deve avere una mente molto aperta ed essere sempre desideroso di lavorare, correre e giocare con il proprio cane. Inoltre, deve dimostrarsi una guida sicura, capace di tirare fuori il meglio dal proprio cane per esaltarne al massimo le doti.

Anaela Tuzzi

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“LE ATTIVITA’ DI SOCCORSO: IL SETTORE OPERATIVO E IL SETTORE SPORTIVO” / PRIMA PARTE

Proprio in questi giorni, su alcuna social media è scoppiata un’accesa discussione che vede da una parte i soccorritori cinofili che operano nel settore della Protezione Civile e dall’altra i conduttori cinofili che praticano attività di soccorso sportivo. Sembrerebbe che questi ultimi abbiano un atteggiamento di superiorità nei confronti dei primi e, di conseguenza, le reazioni dei soccorritori non si sono fatte attendere. Addirittura è nata una vera e propria sfida sul campo che forse si disputerà realmente in futuro, oppure resterà una mera provocazione. Per quanto ci riguarda, non vogliamo schierarci con nessuno perché, come sempre accade, la verità è nel mezzo e vogliamo invece prendere spunto da questa diatriba per riflettere sulle reali differenze che esistono tra i due settori venuti in contrasto e fare delle considerazioni utili e costruttive.

Nell’attività cinofila in ambito di Protezione Civile è evidente che negli scenari in cui le Unità Cinofile s’imbattono sono molto variabili e imprevedibili. I cani impiegati devono volta per volta superare situazioni diverse e probabilmente mai incontrate prima. Nell’ambito delle attività di soccorso sportivo invece, i cani che concorrono, affronteranno scenari per la maggior parte dei casi meno variabili e talvolta già conosciuti. Detto questo però, si deve anche ammettere che nell’ambito della sezione dedicata agli esercizi di obbedienza e destrezza, in genere, la preparazione dei cani cosiddetti sportivi è notevolmente superiore a quelli impiegati nel soccorso operativo.

Per meglio comprendere la questione, è utile conoscere le prove a cui sono sottoposti i binomi nelle due affini ma diverse attività. Nel settore sportivo, il Regolamento di riferimento è quello denominato con l’acronimo IPO-R (Regolamento Internazionale d’esame per cani da soccorso) , un documento quest’ultimo che stabilisce le norme con le quali i cani e i conduttori devono affrontare le prove di ricerca e abilità. Lo scopo di questi esami è di riconoscere e valutare le qualità dei cani partecipanti attraverso la stesura di un punteggio, ma il superamento della prova non conferisce l’abilitazione a svolgere un’attività di soccorso operativo.

Le prove si dividono in due tipologie di esercizi, la prima denominata Sezione A, riguarda l’attività di ricerca, la seconda invece indicata come Sezione B si riferisce ai diversi esercizi di obbedienza e destrezza, le sezioni a loro volta, in base al grado di difficoltà si dividono in livelli. Le specializzazioni riconosciute nell’ambito del regolamento IPO-R, sono quelle concernenti la ricerca in superficie, macerie, acqua, valanga e mantrailing.

Per quanto riguarda invece, le prove di lavoro cui si sottopongono gli aspiranti soccorritori si deve far riferimento allaProva Propedeutica e Regolamento Operativo Nazionale per l’abilitazione di Unità Cinofile da soccorso Superficie – Macerie – Discriminazione Olfattiva – Acqua”. Queste prove di abilitazione, così come quelle sportive, sono organizzate e valutate da giudici E.N.C.I. (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana) e hanno lo scopo di valutare le attitudini, l’equilibrio e il grado di addestramento (nella specialità richiesta) del cane per essere inserito a operare nei gruppi di Protezione Civile. Il Conduttore deve essere iscritto a un Ente o a un’Associazione di Volontariato di Protezione Civile e spetta proprio a quest’ultima, concedere l’autorizzazione all’unità cinofila per operare negli interventi di soccorso. Per accedere alla Prova Operativa per qualsiasi specializzazione prevista, l’Unità Cinofila deve aver superato una prova Propedeutica o una prova IPO/R. L’esito della prova non sarà costituito da un punteggio, ma da una valutazione finale che potrà concretarsi o no con un’idoneità a operare. È prevista una verifica annuale dell’operatività entro l’anno solare successivo alla prima abilitazione.

Fatta questa sintetica ma necessaria premessa, occorre dire che in entrambi i settori le prove a cui i cani sono sottoposti, così come per i rispettivi conduttori, sono molto impegnative.

Allo stesso modo è evidente che vi sono delle differenze concettuali nella stesura dei due Regolamenti: da una parte, nel settore sportivo, c’è una maggiore propensione all’enfatizzare le doti e il grado di addestramento della componente animale pur preservando una congrua attenzione alla capacità del conduttore; nel settore operativo invece c’è una maggiore tendenza a valutare la performance delle due componenti in maniera inscindibile, richiedendo una competenza specifica all’operatore, anche e soprattutto in materie che non sono direttamente collegate alla conduzione del cane durante la prova.

Continua….

Roberto Palmieri

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La SAS risponde: è giusto comprare un cane? L’eterna questione adozione VS acquisto

Intanto, è giusto vendere un cane? Se per “vendere” si intende “speculare” sulla pelle di esseri viventi solo per arricchirsi ovviamente no. Ma, come raccontavamo già in un precedente articolo, non è questo che fa un allevatore serio. 

Nella pratica, la nascita di una cucciolata viene programmata e seguita con innumerevole investimento di tempo e denaro; ergo, i cani prodotti da questo esigente e prezioso lavoro si devono vendere per forza – e quindi è giusto comprarli – per due ordini di ragioni:

  • Non per specularci sopra, ma per rifarsi delle spese necessarie per mettere al mondo cani con alte speranze di un futuro felice, sano e lontano dai canili; 
  • Come anche per vedere onestamente retribuito un lavoro svolto con impegno, passione, professionalità, competenza e con una massiccia dose di sacrificio.

Questa è la decisione più giusta e consapevole se si cerca, nella scelta di un cane, non solo un compagno di vita ma un soggetto con precise caratteristiche e non altre, affinché possa vivere felice adattandosi il più possibile alle nostre esigenze e ritmi di vita, desideri e capacità di gestione. È, per esempio, assolutamente lecito essere appassionati di discipline sportive cinofile e desiderare un cane che possieda le caratteristiche più adeguate a svolgere quello sport; così com’è lecito desiderare un cane un po’ più indolente e felice di trascorrere giornate intere su un divano, se siamo persone pigre o anziane e cerchiamo soltanto un cane su cui riversare il nostro amore e le nostre cure.

Questa è la differenza tra il cercare un cane selezionato per uno scopo, qualunque esso sia, e quindi allevato con tutti i crismi scientifici e zoognostici necessari (a questo servono i cani di razza, i cani selezionati, non a fare gli “status symbol” ma a poter svolgere un compito nel modo più soddisfacente possibile sia per loro che per gli umani che li circondano), e il desiderare un cane da compagnia, qualunque siano le sue caratteristiche morfologiche e caratteriali specifiche.

Come nel primo caso è giusto comprare, nel secondo è altrettanto giusto e sacrosanto adottare: anzi, è un dovere civile e morale quello di svuotare i canili che tanti sciagurati hanno contribuito a riempire. 

Lo diciamo con chiarezza: si può comprare e si può adottare, basta farlo consapevolmente.

Una sola cosa non si dovrebbe mai fare: regalare un cane, qualunque esso sia, a qualcuno che non è profondamente e responsabilmente preparato a riceverlo nella propria vita.

La scelta di un cane dovrebbe essere ponderata quanto quella di un figlio: servono i presupposti giusti, le condizioni economiche giuste, l’amore giusto, ma anche la giusta e necessaria  competenza e consapevolezza di quello che si sta facendo. 

Un cane non è per oggi, non è per Natale, è per sempre.


La Redazione

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DISPLASIA ALLE ANCHE E AI GOMITI: MISSIONE (IM)POSSIBILE?

Molti articoli sono stati scritti e pubblicati sulla patologia più discussa nel Pastore Tedesco: la displasia alle anche e ai gomiti. Finora, invece, nessuno ha voluto affrontare un argomento altrettanto noto, ma che si preferisce tacere: le esenzioni dei cani non esenti.

Da almeno 60 anni la ricerca sulla displasia dell’anca viene integrata nella selezione di razza, in Germania esiste il famoso ZW (coefficiente genetico), in Italia si è provato a ‘costruire’ qualcosa di simile ma senza successo. In tutto questo tempo qualche risultato è stato ottenuto in termini di controllo della patologia, ma il problema continua ad essere presente e soprattutto ad essere invalidante (per alcuni). In realtà la soluzione potrebbe essere semplice ma, veramente siamo disposti ad accettare i compromessi che questa comporta?

Quali potrebbero essere i motivi per i quali la displasia alle anche e ai gomiti ancora oggi risulta essere così presente nel Pastore Tedesco? I più plausibili sembrano essere essenzialmente tre:

  1. Genetici: sappiamo ormai che la displasia alle anche e ai gomiti è una malattia poligenica e quindi difficile da eradicare;
  2. Ambientali: principalmente errori alimentari e di gestione (es. eccessiva o scorretta attività motoria);
  3. Certificazioni false.

Il punto 1 non compete strettamente gli allevatori, se non nella scelta di riproduttori che abbiano famiglie consolidate esenti da questa malattia genetica. Spetterà ai genetisti veterinari individuare un indice genetico significativo ed utilizzabile in allevamento.

Il punto 2 è facilmente risolvibile attenendosi alle indicazioni di una corretta e bilanciata alimentazione (oggi sono disponibili ottime diete commerciali e non, idonee per le specifiche esigenze). A questo proposito è bene sottolineare che la condroprotezione, che in fase di accrescimento contribuisce ad un adeguato sviluppo della cartilagine articolare, non può però trasformare un cane displasico in esente. Per quanto riguarda il movimento, vale il buon senso. Non è necessario ‘immobilizzare’ il cucciolo impedendogli ad esempio di fare le feste, le scale o di muoversi e giocare. D’altra parte non è nemmeno indicato fargli correre una maratona o scalare montagne.  L’attività motoria è indispensabile per un corretto sviluppo fisico e mentale del cucciolo e non deve essere un pretesto per giustificare l’insorgenza di displasia.

Il punto 3 è alla base dell’allevamento. I controlli per la displasia disposti dalla Sas e dall’SV per i riproduttori non hanno risolto questo problema. Inutile nascondersi davanti all’evidenza degli illeciti che vedono coinvolti allevatori e veterinari compiacenti. Ma questa è una scorciatoia solo per un miope che non si rende conto che così facendo comprometterà il futuro dell’allevamento, prima del suo e poi della razza. Questo purtroppo non accade solo in Italia. Quindi? Quindi sarebbe una missione possibile che rischia di diventare impossibile. 

Servono coscienza e conoscenza. Serve allevare in modo serio, consapevole e professionale, senza perdere di vista i valori etici alla base di una onesta selezione. Serve essere amatori della razza e ricordarsi che la sigla della nostra società evidenzia proprio questo: Società Amatori Schaferhunde.

Dott. Fabio Vegetti


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Cinofilia: tra sport e sociale

Gli sport cinofili sono una serie di attività fisiche e mentali che coinvolgono il cane e il suo detentore, con l’obiettivo di rafforzare e intensificare la relazione, il rispetto e il feeling tra i due, oltre che mantenere il cane in forma e in salute, prevenendo problemi comportamentali dovuti alla noia e all’inattività.
L’unione armonica di cane e conduttore negli sport e nelle attività cinofile si definisce binomio.
In queste discipline sono previsti regolamenti, gare, classifiche e premiazioni.
 
L’elenco degli sport cinofili esistenti è davvero lunghissimo: dall’Agility alla Dog dance, dallo Sheepdog al K9 cross training, dall’IGP all’obedience, e molti altri ancora.
In questa rubrica, con il prezioso contributo di preparatori, addestratori e giudici approfondiremo le discipline di alcuni di questi sport, cercando di far emergere e conoscere le incredibili capacità, la duttilità e le molteplici potenzialità d’impiego del nostro amato cane da Pastore tedesco.
 
Proprio in virtù di queste sue infinite risorse, il Pastore tedesco da sempre è una delle razze più amate e utilizzate dall’uomo, non solo in attività sportive ma anche e soprattutto in ambito sociale: dalla televisione al cinema, dalle forze dell’ordine all’assistenza ai disabili, fino alle attività di ricerca e soccorso.
 
Un cane ideale per la vita in famiglia, un cane eroe quando ne abbiamo più bisogno.
 
La Redazione

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