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WUSV TEAM OBEDIENCE

Győr, Ungheria nordoccidentale, la nazionale italiana SAS di Obedience sale in cattedra al Campionato del Mondo WUSV.

Dal cinque all’otto di Ottobre duemilaventitré è andato in scena il WUSV, Campionato del Mondo riservato al Cane Da Pastore Tedesco, per le discipline IGP; Obedience; Agility.

In questo articolo vogliamo raccontarVi l’esito vincente di questa partecipazione al WUSV del Team Obedience.

La squadra è frutto di un’attenta selezione e di un meticoloso lavoro da parte della Giudice esperta internazionale Anaela Tuzzi, la quale, da anni ormai, con dedizione ed amore per la disciplina, vi si dedica a tempo pieno alla ricerca continua del miglioramento sportivo e di soggetti tipici della nostra amata razza che possano incarnare al meglio l’ideale di “cane atleta” dal punto di vista sia genetico sia sportivo, investendo il suo tempo, la sua professionalità ed il suo sapere nel formare binomi che siano in grado di spiccare all’interno del panorama globale.

Il nostro Presidente SAS Michele Pianelli, ha sin da inizio mandato, accolto ed aperto le porte con entusiasmo alla Disciplina Obedience: mettendo a disposizione la sede centrale della SAS per seminari e corsi, dedicando una branca del Blog SAS ad articoli didattici e di avvicinamento all’Obedience di cui Anaela Tuzzi cura il contenuto, ha inoltre dato vita ad un campionato di razza multidisciplinare comprendente tutte e cinque le classi Obedience. Quando il comitato organizzativo del WUSV 2023 ha dichiarato, in extremis, l’apertura del Campionato del Mondo alla Disciplina Obedience, il Presidente ha immediatamente avallato la partenza del team, fornendo gli strumenti, i mezzi e tutto il necessario, comprensivo di divise su misura fornite da Iron Dog e disegnate appositamente, per la partecipazione in qualità di nazionale italiana SAS Obedience.

La squadra composta da: Federica Morelli e Koby Maranaberg in Classe 1; Andrea Delle Donne e Quendy della Decima Mas in Classe 2; Anaela Tuzzi e Ikar Leomegy in Classe 3; capitanata dal Team Leader Martina Nassano, ha affrontato la gara suddivisa in due prove, su due giorni, con competenza e sportività.

Federica Morelli e Koby Maranaberg si sono guadagnati ed aggiudicati un quarto posto all’interno della loro classe: Classe 1, la più numerosa, distinguendosi come binomio per la giovane età di Koby Maranaberg che grazie alla sua conduttrice e ad un’ottima gara è riuscito a spiccare in mezzo a cani più esperti facendosi strada fino al quarto gradino del podio.

Andrea Delle Donne e Quendy Della Decima Mas si sono “laureati” Campioni del Mondo WUSV Obedience 2023 in Classe2! Gara spettacolare e precisa: Andrea, conduttore ormai esperto, è riuscito ad affrontare entrambe le prove con chiarezza mentale, calma e preparazione, Quendy Della Decima Mas non è stata certo da meno; attenta precisa e puntuale, il binomio ha così raggiunto il tetto del mondo, frutto di anni di lavoro e preparazione. Che emozione!

Anaela Tuzzi ed Ikar Leomegy partenti all’interno della classe regina, la Classe 3 si fregiano del titolo di Vice Campioni del Mondo WUSV Obedience 2023! Anaela Tuzzi la quale non ha certo bisogno di presentazione, fa esordire sul panorama mondiale per la prima volta il suo Ikar Leomegy, insieme hanno affrontato la competizione con maestria, precisione, sincronia e sportività aggiudicandosi il secondo gradino del podio per soli due punti!

Il Team Leader Martina Nassano porta a casa, a Modena, tre risultati eccellenti, ed una squadra, frutto anche di una gestione della competizione il più possibile priva di stress per i binomi, che hanno potuto contare su di una figura che gestisse la sfera della manifestazione dal punto di vista burocratico, pratico, di pubbliche relazioni e linguistico, focalizzandosi esclusivamente sulla loro prova.

Un ringraziamento a tutti coloro i quali hanno sostenuto la squadra durante la permanenza in Ungheria sia in presenza che da remoto, nessuno escluso.

Un sentito ringraziamento al nostro sponsor La OMA di Palini Santo & C s.n.c. che ha contribuito alla trasferta del Team in terra ungherese.

Ad Maiora!

Il Team Obedience SAS

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OBEDIENCE. ADDESTRAMENTO: CIBO, GIOCO, COMANDI

Cibo

Il cibo è sicuramente uno degli strumenti più facili e immediati per motivare il proprio cane e renderlo felice e disponibile durante l’addestramento. Devono imparare a prendere il cibo dalle mani fin da piccoli. Durante l’addestramento risultano comodi per il padrone e appetibili per il cane i seguenti alimenti: wurstel, formaggio, prosciutto cotto, pollo arrosto. Il cibo umido è sempre preferibile al mangime secco perché durante l’attività fisica del cane il cibo secco può provocare colpi di tosse e sete.

Le dimensioni ideali di un bocconcino dipendono dalla taglia del cane. Di regola, il cane non deve impiegare troppo tempo a masticare un boccone-premio, ma deve riuscire a percepirne bene il gusto.

Il conduttore deve tenere i bocconcini in una posizione facilmente accessibile (per esempio nella tasca dei pantaloni o in un marsupio), in modo da raggiungerli immediatamente con le mani non appena il cane ha eseguito correttamente l’esercizio richiesto.

La velocità di esecuzione dipende dalla tempestività del conduttore nel premiare. Il cibo serve a far capire al cane che quello che sta facendo è corretto in modo piacevole e divertente. Se il cane non capisce il legame tra il premio e un esercizio corretto e divertente, il valore del cibo come strumento di addestramento è destinato a fallire.

Durante l’impostazione degli esercizi il cane va premiato sempre, cioè ogni volta che esegue l’esercizio correttamente. Conduttore e cane devono entrare in sintonia. Il conduttore deve imparare ad offrire il boccone ed il cane deve imparare a prenderlo senza lasciarlo cadere a terra. Tutte le volte che il boccone cade a terra il cane deve abbassare la testa per cercare di raccoglierlo, e impara a tenere giù il muso.

Il cibo aiuta il cane a concentrarsi, cosa che non riesce a fare con il gioco.

Gioco

Il cucciolo non va mai lasciato giocare da solo e non è opportuno rubargli sempre un giocattolo. Fin dalla più tenera età il cane deve interiorizzare l’idea che il gioco senza di voi semplicemente “non esiste”. Se l’unica via al gioco è rappresentata dai momenti di interazione con il proprio conduttore, si creerà un binomio perfetto ed affiatato. Il gioco è subito utile per insegnare al cucciolo lo scambio e così avrete già impostato il “lascia” ed il “riporto”, e il lavoro in preda.

Il gioco va usato per aumentare la velocità o come premio finale, non per impostare gli esercizi.

Comandi

Per un conduttore la voce è uno strumento molto importante per comunicare con il proprio cane ed esprimere in maniera comprensibile i diversi stati d’animo. Per dare gli ordini al cane, è bene non alzare mai il tono della voce e mantenerla il più possibile naturale. Il cane deve abituarsi a percepire l’ordine anche se impartito a voce bassa. Se la voce è bassa il cane è costretto a stare attento e a concentrarsi per capire. Prima di decidere quale comando usare per far eseguire un esercizio al proprio cane, il conduttore deve prima concentrarsi sui propri movimenti. Alle prime esperienze è complicato tenere sotto controllo troppi elementi nello stesso momento: “come mi muovo? come tengo le mani? dove sta il mio cane? cosa devo dire?”. Quindi prima di iniziare il lavoro con il cane, è necessario lavorare su se stessi e imparare a comportarsi in maniera corretta. Il cane non sa nulla e di certo non può aiutare il proprio insegnante in questo compito così delicato: ha solo bisogno di appoggio e di istruzioni chiare. E’ bene anche abituarsi a ridurre al minimo i movimenti del corpo e delle mani in modo da privilegiare la comunicazione attraverso la voce e lo sguardo, soprattutto se l’obiettivo dell’addestramento è quello di avviare una carriera agonistica. In obedience, per esempio, tutti i movimenti del corpo, delle mani, posture particolari del corpo, delle spalle e della testa, volontarie o involontarie, vengono penalizzate.  Per il cane non esiste il concetto di “esercizio”, ma esiste il “movimento” per ottenere quella posizione. È utile usare una parola per ogni movimento che il cane deve eseguire. Esempio di movimento: Un “terra” che parte dal seduto ha un movimento diverso rispetto a “un terra” che parte dalla posizione in piedi. È consigliabile usare due comandi. Per eseguire il “terra” il cane deve fare un movimento, quindi, quando sente la parola “terra” esegue questo movimento. Devo usare una parola per ogni movimento che il cane dovrà eseguire. Esempio di movimento: Un “terra” partendo dal seduto è diverso da un “terra” che parte dalla posizione “in piedi”. È consigliabile usare due comandi. È fondamentale l’allenamento all’ascolto e alla comprensione delle parole che uso come comandi. Tutti questi accorgimenti nell’insegnamento e nell’impostazioni dell’allenamento alle competizioni agonistiche sono necessari perché nelle gare di obedience esistono tante situazioni apparentemente molto simili ma, in realtà, non c’è nulla di ripetitivo che il cane può imparare e ripetere meccanicamente a memoria.

Nell’obedience c’è grande attenzione ai particolari.

Anaela Tuzzi

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OBEDIENCE: PREPARAZIONE ALL’ATTIVITA’ AGONISTICA

Allenamento muscolare, modellamento

Per un buon avviamento all’attività agonistica il cane deve avere una buona prestanza atletica e un fisico in buona salute. Tralasciando il programma di preparazione atletica sportiva che riguarda alimentazione, resistenza alla fatica, farmaci e integratori, che sono di competenza veterinaria, esistono molti altri aspetti da tenere in considerazione. Alcuni semplici esercizi di “ginnastica” possono rivelarsi molto utili alla crescita armoniosa del proprio cucciolo se già mirati al tipo di movimento richiesto dagli esercizi di obedience.

In quasi tutte le discipline sportive sono previsti esercizi che richiedono agilità e leggerezza, è fondamentale allenare e modellare i cani fin da cuccioli.

Nell’obedience il cane deve possedere soprattutto un elevato equilibrio psico-fisico, non sono richiesti grandi sforzi ma perfezione nei movimenti, armonia ed equilibrio. Nei soggetti che svolgono esercizi di obbedienza, si possono evidenziare problemi fisici che riguardano la colonna vertebrale, gli arti e la zona cervicale.

Il cane deve essere preparato a compiere movimenti “innaturali” fin dalla tenera età e l’allenamento deve essere finalizzato a rinforzare e stimolare specifiche parti del corpo per renderle allo stesso tempo elastiche e in grado di sostenere lo sforzo di movimenti ripetuti. Il cane va mantenuto in allenamento per ottenere buon tono muscolare e resistenza fisica ma, soprattutto nei cuccioli, è importante rispettare i tempi di crescita per non causare danni alle articolazioni.

Più il temperamento del cucciolo è alto e più pericoloso è il lavoro. Questa accortezza riguarda in particolare i cani di grossa taglia, come i nostri pastori tedeschi: i soggetti più grossi fanno più fatica a compiere i movimenti richiesti e, avendo più massa da spostare, per questi soggetti è più difficile compiere alcuni esercizi come l’arresto in corsa in spazi limitati. Per questo bisogna fare attenzione a graduare adeguatamente la preparazione e l’allenamento, tenendo conto dello sviluppo fisico del cane e dei suoi tempi.

In generale le parti più sollecitate dall’obedience sono la colonna vertebrale, la spalla, il gomito e il ginocchio.

La condotta è un esercizio di base nel quale il cane deve camminare al fianco sinistro del conduttore con la spalla all’altezza del suo ginocchio e la testa rivolta verso il suo viso. L’andatura deve essere armoniosa al passo o al trotto, possibilmente evitando saltelli e passo ambio.

La postura e l’andatura dell’esercizio di base della condotta rappresentano un primo fondamentale movimento innaturale richiesto al cane. Durante l’esercizio sono sottoposti a sollecitazione i muscoli e le articolazioni della spalla, della colonna, del collo e degli arti.

I cambi di posizione devono essere veloci. Per assumere la posizione di terra a partire da quella di seduto, il cane deve gettarsi in avanti con le zampe anteriori, cioè spingendo i gomiti a terra, senza spostare il bacino. Per ritornare nella posizione di seduto dalla posizione di terra, il cane deve alzarsi solo con l’anteriore ed assumere una posizione di seduto eretta, sempre senza spostare il bacino. Le aree maggiormente sollecitate sono, quindi: zampe, bacino, colonna, collo.

Nell’esercizio di terra durante il richiamo, esercizio che normalmente si svolge al galoppo, il cane, in risposta al comando “terra” del conduttore, deve buttarsi immediatamente a terra, possibilmente appoggiando prima l’anteriore (in scivolata o tipo inchino) e nel minimo spazio possibile. Le aree maggiormente sollecitate sono: colonna, bacino, arti.

Nell’esercizio del seduto durante la marcia, il cane cammina al fianco del conduttore al trotto o al passo e, al momento del comando del conduttore, deve assumere velocemente la posizione di seduto. Il movimento è difficile perché, essendo proteso in avanti mentre cammina, il cane deve velocemente spostare l’equilibrio all’indietro e appoggiare a terra il bacino. Le aree maggiormente sollecitate sono: bacino, colonna, collo.

Rispettare i tempi di maturazione e crescita

Rispettare i tempi di apprendimento specifici di ogni cane e non forzare troppo la mano durante gli allenamenti è sempre una strategia vincente. Ogni cane ha i propri tempi per capire, crescere, maturare.

Un cane molto giovane, attivo e cooperativo può dare grandi soddisfazioni in tempi brevi ma, risultati splendidi ottenuti rapidamente senza il tempo necessario per maturare, rischiano di bruciare le tappe e rovinare il percorso successivo, con conseguente perdita di autostima e sicurezza.

Le gare, specialmente quelle di alto livello (classe 3), sono stressanti per il cane perché durante l’esecuzione degli esercizi il conduttore non può mai intervenire con aiuti o premi. Durante le prove i cani possono soffrire per la lontananza del conduttore o per la permanenza in un ambiente disturbato e apparentemente ostile (confusione, rumori, odori) e manifestare sintomi da stress, che possono essere difficilmente superabili in assenza di una preparazione specifica e di un sufficiente livello di maturità psicofisica. È consigliabile lavorare rispettando l’indole e il carattere del proprio cane, rispettandone sensibilità e fragilità, soprattutto in età giovanile. Il cane deve essere condotto lungo un percorso di allenamento commisurato alle capacità individuali perché deve crescere e maturare per diventare forte e sicuro di sé.

I cani di grossa taglia maturano più lentamente perché l’energia richiesta per costruire un fisico possente mette maggiormente sotto stress l’equilibrio psicofisico. La piena maturità psicofisica nei cani di grossa taglia può arrivare anche intorno ai due-tre anni.

Per rinforzare le zone muscolari più sollecitate ed abituare il cane a compiere i movimenti richiesti, l’allenamento più indicato coinvolge i seguenti esercizi:

1) Posizionare il cane seduto e compiere i movimenti di terra e seduto. Con l’aiuto di un rinforzo positivo (bocconcino) è necessario fare in modo che il cane cambi posizione senza muovere il bacino, cioè senza spostare il sedere. Deve, quindi, alzarsi e abbassarsi usando solo le spalle e la colonna vertebrale.

2) Dalla posizione di terra far alzare il cane in piedi senza muovere passi in avanti. Deve, quindi, eseguire il movimento in verticale stendendo le quattro zampe contemporaneamente.

3) Dalla posizione in piedi far passare il cane alla posizione a terra senza assumere la posizione intermedia di seduto. Il cane deve, quindi, andare a terra appoggiando prima le zampe anteriori e poi il resto del corpo.

Tutti questi movimenti sono utili per compiere correttamente alcuni esercizi base e possono essere un buon allenamento anche per i cuccioli.

A volte il cucciolo non ce la fa ad eseguire un “terra” corretto e si posiziona “scosciato” perché non ha ancora ultimato la crescita e la solidità muscolare. Se vado a sforzare, obbligandolo a stare corretto posso andare a danneggiare l’anca o il ginocchio. Il messaggio che trasmetto al cucciolo è: “compiere quel movimento equivale a disagio. Non potrà mai diventare un movimento veloce e lui non sarà mai felice di eseguire quel movimento.

Per il cane non esiste il concetto di “esercizio”, ma esiste il concetto di “movimento”. Il cane ascolta una parola “comando”, per compiere un movimento. Per noi, il cane esegue una posizione. Nell’obedience c’è grande attenzione ai particolari.

Anaela Tuzzi

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La formazione del cane da soccorso (Prima parte)

Il profilo caratteriale di ogni cane ne condiziona il proprio comportamento e, di conseguenza, pur praticando una corretta e idonea attività di socializzazione e apprendimento praticata dalla componente umana, il comportamento può essere migliorato o modificato solo in parte. 

In definitiva, indipendentemente dall’attività che si vuole praticare con un cane, è di fondamentale importanza scegliere il soggetto migliore, provvisto di quelle doti naturali richieste dallo scopo per cui si è deciso di prendere con sé il cane e intraprendere un determinato percorso. 

Detto questo, per quanto riguarda la scelta di un soggetto destinato alla pratica dell’attività di Ricerca e Soccorso, sicuramente diventa fondamentale individuare un soggetto con un’ottima socialità, con una buona curiosità e altrettanta docilità. È  importante ovviamente che il cane sia provvisto di un buon temperamento e una tempra che lo possa supportare soprattutto in quelle fasi di stress facilmente verificabili nelle attività di soccorso. Dopo aver scelto sapientemente il giusto soggetto, il conduttore avrà il compito di garantire al nuovo arrivato una corretta fase di apprendimento. 

Questo periodo condizionerà il comportamento del cane, che di volta in volta risponderà agli stimoli ed esperienze che il conduttore gli offrirà e gli permetterà di vivere. La componente innata (acquisita dai propri genitori), insieme a quella appresa (frutto dalla sommatoria di tutte le esperienze), produrrà (non considerando i fattori esterni), tutte le risposte agli stimoli presentati.  

Considerando gli scenari in cui il cane si troverà a operare da adulto nelle fasi di lavoro è fondamentale già dai primi mesi di vita offrire al cucciolo la possibilità di praticare luoghi e situazioni simili a questi. La situazione meno frequente che un cucciolo o cane adulto può incontrare è sicuramente quella di un crollo di un edificio e situazione simile a questa. Lo scenario che questi siti solitamente offrono, sono quelli di un agglomerato polveroso di materiale vario, ammassi di laterizio, ferro e altri manufatti di diverso tipo che non garantiscono una facile movimentazione, in più ci sono da considerare anche l’utilizzo da parte dei soccorritori di tutte quelle attrezzature che producono il più delle volte, rumori molto forti e fastidiosi. In previsione di questo, il primo passo da compiere per garantire una buona fase di apprendimento è di avvicinare il cucciolo a scenari simili a quelli descritti, propedeutici a quelli reali, favorendo la movimentazione su terreni non preparati, su cumuli di pietrame di diversa grandezza, su lastroni di calcestruzzo e massi irregolari. I siti facilmente individuabili e utilizzabili per questo scopo, possono essere i cantieri in cui si eseguono operazioni di costruzione o abbattimento. Oltre ad agglomerati di materiale sopra descritti ove previa autorizzazione si può far movimentare il cucciolo, ci sarà la possibilità di fare sentire tutti quei rumori che poi realmente si ritrovano negli scenari reali di operatività o di simulazioni varie. È evidente che i primi approcci a questo tipo di esperienza dovranno essere fatti considerando l’età del cucciolo e l’inesperienza dello stesso. Il primo avvicinamento sarà effettuato mantenendo una distanza congrua dallo stimolo, indipendentemente se questo sia visivo o uditivo, con l’accortezza di valutare costantemente i segnali di stress del cane e le sue risposte. 

Invece, per quanto concerne le attività di ricerca in superficie, le problematiche di approccio a questo tipo di scenario sono minori rispetto a quelle in maceria. I luoghi (campagna, boschi), in cui il cane si troverà a operare sono più familiari e quindi maggiormente conosciuti, c’è da evidenziare però, che spesso questi scenari possono offrire numerose insidie. Basta considerare le tantissime distrazioni possibili come può essere l’incontro con altri animali e in alcuni casi di specie sconosciute al cane (volpi, lepri, cinghiali, ovini, bovini). La giusta cosa da fare quindi, sempre in previsione di formare un cane che dovrà da adulto operare nell’ambito di un’attività di ricerca a persona nei diversi scenari di superficie, è quella di far conoscere al proprio cucciolo, il maggior numero di specie animale, familiarizzare con queste al fine di contenere comportamenti aggressivi o timorosi che possano distoglierlo dall’attività di ricerca.

Seguendo con costanza un percorso di apprendimento finalizzato al raggiungimento di un obiettivo ben definito, si porta il cucciolo ad acquisire un’adeguata sicurezza nelle diverse situazioni e una maggiore capacità di concentrazione nelle attività richieste. Infatti, è proprio la “capacità di concentrazione” a fare la differenza in tutte le attività di ricerca e diversi sono i fattori che condizionano questa caratteristica. I nemici peggiori sono sicuramente l’ansia e lo stress, fattori questi ultimi che possono presentarsi per diversi motivi. Indipendentemente dalle cause, contenendo l’istaurarsi di questi fattori negativi, si riesce a ottenere un comportamento corretto da parte del cane. 

Il conduttore avrà sempre l’importante compito di guidare il proprio cane in tutte le fasi della sua vita, offrendogli la possibilità di fare il maggior numero di esperienze possibili, ottenendo così un comportamento equilibrato e sicuro, pur tenendo sempre a mente le doti caratteriali del singolo soggetto che non potranno mai essere cancellate.

Roberto Palmieri

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PROTOCOLLI VACCINALI E ANTIPARASSITARI

Vaccinazione dei cuccioli

In Italia attualmente non esistono delle vaccinazioni canine obbligatorie per legge, ma considerando le linee guida mondiali fornite dalla WSAWA (World Small Animal Veterinary Association) esistono dei vaccini che tutti i cani devono ricevere, indipendentemente da dove o come vivono, con lo scopo di fornire una protezione contro malattie infettive potenzialmente letali. Questi vengono definiti come core, ovvero raccomandati, ed includono i vaccini che proteggono dalle infezioni da virus del cimurro (Canine Distemper Virus, CDV), adenovirus canino (Canine Adenovirus, CAV; tipi 1 e 2) e parvovirus canino tipo 2 (Canine Parvovirus 2, CPV-2) e sue varianti. 

Il protocollo vaccinale nei cuccioli inizia con i vaccini core a 6-8 settimane, quindi ogni 2-4 settimane fino a 16 settimane di età o più. Di conseguenza, se ad esempio si decide di mantenere un intervallo di 4 settimane tra le vaccinazioni, si realizzeranno un totale di quattro somministrazioni se la vaccinazione è iniziata a 6-7 settimane, tre somministrazioni se la vaccinazione è iniziata a 8-9 settimane. 

Esistono anche dei vaccini definiti come non core (opzionali) che il veterinario userà considerando la prevalenza geografica dell’infezione e lo stile di vita del singolo individuo. Vengono considerate opzionali le vaccinazioni contro la leptospirosi, la leishmaniosi, la babesiosi, l’herpesvirus canino e contro alcuni dei patogeni all’interno del gruppo responsabile delle malattie respiratorie canine (CIRD) o “tosse dei canili”, come il vaccino contro Bordetella bronchiseptica e il virus parainfluenzale canino (CPiV). 

Sebbene le linee guida mondiali classifichino il vaccino per la leptospirosi come “non core” in alcuni paesi, come in Italia, viene considerato un vaccino raccomandato, in quanto è una malattia potenzialmente letale che ha anche possibili implicazioni zoonosiche, cioè si trasmettono dagli animali all’uomo, a volte con esiti fatali.

Il protocollo vaccinale per la leptospirosi nei cuccioli include una prima somministrazione a 8 settimane di età o più e una seconda dose somministrata 2-4 settimane dopo. 

Nonostante l’esistenza di linee guida, bisogna considerare che non esiste un protocollo vaccinale univoco considerato standard, ma sarà il medico veterinario curante a eseguire una valutazione specifica per ogni paziente valutando il rapporto rischio beneficio della vaccinazione non core e scegliendo l’intervallo tra le vaccinazioni core più idoneo per ogni caso. 

Il “richiamo vaccinale” e la rivaccinazione di cani adulti

Una volta superate le 16 settimane di età i cuccioli vengono sottoposti al cosiddetto “richiamo vaccinale”. La denominazione non è corretta poiché l’obiettivo di questa vaccinazione non è quello di richiamare la risposta immunitaria, ma di assicurare che si instauri una protezione immunitaria in ogni cane che potrebbe non aver risposto alle vaccinazioni somministrate precedentemente. 

Tradizionalmente il “richiamo” vaccinale veniva eseguito a 12 mesi di età o dopo 12 mesi dall’ultima vaccinazione. Le nuove raccomandazioni suggeriscono di vaccinare a 26 settimane di età per evitare che un cucciolo che non ha risposto alle prime vaccinazioni core rimanga vulnerabile fino ai 12 mesi. 

Per i vaccini core, ovvero quelli che proteggono dal cimurro, dall’epatite infettiva canina e dalla parvovirosi canina, dopo il “richiamo” a 26 settimane, la successiva vaccinazione non sarà necessaria almeno per altri 3 anni. 

Per il vaccino per la leptospirosi, e in generale per tutti i vaccini non core, la rivaccinazione è annuale. 

La vaccinazione contro la rabbia

Il vaccino per la rabbia non è obbligatorio in Italia ma è necessario per la movimentazione internazionale. 

La prima vaccinazione deve essere effettuata quando il cucciolo ha compiuto almeno 12 settimane di età ed è stato già precedentemente identificato tramite microchip e successivamente la rivaccinazione si realizza a 1 anno di età. 

La validità della vaccinazione inizia dopo 21 giorni dalla prima somministrazione. In Europa il Regolamento UE n. 576/2013 stabilisce che il periodo di validità dipende da quanto specificato dai singoli vaccini utilizzati che generalmente è di 3 anni.

Le movimentazioni extraeuropee richiedono invece un’attenta valutazione della normativa del paese in cui si realizzerà il viaggio poiché in alcuni paesi l’obbligo normativo è in contrasto con il periodo di immunità che conferisce il vaccino che può essere di 1 o 3 anni. 

Protocollo antiparassitario nei cuccioli e negli adulti

Una corretta profilassi antiparassitaria include il controllo dei parassiti interni ed esterni. 

I parassiti interni possono avere localizzazione intestinale come nel caso dei vermi tondi (ascaridi), vermi a frusta (tricocefali), vermi piatti (tenie), vermi ad uncino (ancilostomi), protozoi, ma esistono anche parassiti con localizzazione non intestinale come la filaria (verme del cuore o sottocutaneo a seconda della specie) e i vermi polmonari.

Il controllo dei parassiti interni nei cuccioli inizia con un trattamento antielmintico somministrato a partire dalle 2 settimane di età. Successivamente il trattamento deve essere ripetuto ogni 15 giorni fino a due settimane dopo lo svezzamento, e a seguire mensilmente fino all’età di sei mesi. 

Per i cani adulti la necessità e frequenza dei trattamenti antielmintici si basa su una valutazione del medico veterinario curante in base al rischio individuale. Secondo le linee guida europee, i cani più a rischio sono quelli che hanno contatti diretti con parchi, aree giochi, altri cani, lumache e chiocciole o animali da preda e questi generalmente devono essere trattati almeno 4 volte l’anno. I cani meno a rischio possono essere trattati 1-2 volte l’anno o eseguire esami delle feci. 

La profilassi per i parassiti esterni, che includono pulci, zecche, pidocchi, zanzare, mosche, flebotomi e acari, si basa su considerazioni che riguardano principalmente lo stile di vita del cane, la stagione dell’anno e la localizzazione geografica. Questi parassiti possono trasmettere patologie potenzialmente mortali come ad esempio la filariosi cardio-polmonare che viene trasmessa dalle zanzare, la leishmaniosi trasmessa dai flebotomi o le malattie trasmesse dalle zecche come ad esempio la babesiosi, l’ehrlichiosi, l’anaplasmosi e la borreliosi. 

Nelle aree endemiche la profilassi per la leishmaniosi si basa sull’utilizzo di antiparassitari repellenti per i flebotomi, mentre per la filariosi sono disponibili trattamenti profilattici finalizzati a eliminare le microfilarie che generalmente vengono somministrati mensilmente per via orale. E’ disponibile nel mercato anche una formulazione a lento rilascio in grado di fornire una protezione di sei mesi. 

Dott.ssa Alessandra Casalena

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La prova di difesa nella selezione del Pastore Tedesco

Nessuna fase nelle prove di utilità e difesa è criticata da una dilagante controcultura cinofila come la fase di difesa. 

Da quando è stato introdotto lo “Schutzhunde” come prova indispensabile per la selezione del Pastore Tedesco, la fase di difesa ha sempre sollevato dure critiche da parte delle associazioni dei diritti degli animali ma anche e purtroppo da alcuni allevatori.

L’interrogativo di costoro è: perché l’allevamento del PT e di altre razze da lavoro ha bisogno di uno sport che abbia anche una fase di difesa quando ci sono discipline che forniscono molte indicazioni sui cani, una su tutte la volontà di collaborare con l’uomo anche in ambienti diversi e in situazioni critiche?

 Queste considerazioni sono sicuramente vere, ma  dimostrano esclusivamente che le razze da lavoro possono fare lavoro non altro e, inoltre, valorizzano maggiormente la bravura dell’addestratore rispetto al cane; mentre la disciplina che prevede una fase di difesa sollecita altre pulsioni che mettono a nudo ulteriori pregi e soprattutto i difetti caratteriali e, cosa non trascurabile, alleggeriscono e scaricano comportamenti innati.

I cani timorosi o eccessivamente aggressivi non possono superare questa fase, di contro cani mentalmente lucidi e stabili supereranno facilmente gli stimoli previsti.

Un cane sicuro che non ha paura di affrontare una minaccia sarà sicuramente un buon cane di servizio nei corpi di Polizia, ma anche un buon cane in famiglia e nella Società.

Se l’allevamento si sviluppasse su discipline che non prevedono una fase di protezione e difesa, il carattere del cane da lavoro sarebbe destinato a una lenta agonia dando sempre più spazio a cani insicuri e di conseguenza inaffidabili. 

I cani da lavoro hanno bisogno di questa prova per mantenere vivi e forti i tratti distintivi delle razze da lavoro, in primis il PASTORE TEDESCO.

Mimmo Carnicella

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Principali malattie dermatologiche del pastore tedesco

Come molte altre razze anche il pastore tedesco soffre frequentemente di dermatopatie. La più comune tra tutte è la dermatite atopica. Questa dermatopatia rientra nello spettro della dermatiti allergiche ed è la malattia dermatologica di più frequente riscontro nei cani.  I primi segni clinici compaiono intorno ai primi anni di vita, tendenzialmente entro i 3-4 anni e il sintomo principale è il prurito. Questo si manifesta non solo con i comportamenti classici di mordicchiamento o grattamento, ma anche con leccamento insistente degli arti o della parti ventrali del corpo, scuotimento della testa, e strusciamento della zona perianale o del muso. Oltre al prurito i cani manifestano arrossamenti delle regioni ventrali, in particolare del cavo ascellare o inguinale, degli spazi interdigitali e dei padiglioni auricolari. Questi arrossamenti possono seguire una stagionalità, manifestarsi a seguito della passeggiata o essere persistenti durante tutto l’anno. Se non trattati adeguatamente la pelle può diventare ispessita e inscurirsi (lichenificazione e iperpigmentazione) e diventare sede di infezioni secondarie batteriche o da malassezia che aggravano ulteriormente il prurito del cane.  Le infezioni batteriche (piodermiti) si presentano con comparsa di aree prive di pelo multifocali sul tronco, croste, scaglie, o pustole.  L’infezione da malassezia invece causa pelo untuoso, seborrea e un odore acre del mantello. Spesso, in corso di dermatite atopica compaiono anche otiti, che se non trattate adeguatamente possono causare nei casi più gravi una perforazione timpanica ed essere fonte di estremo dolore. I cani, in questi casi difficilmente si lasciano manipolare le orecchie e possono anche assumere atteggiamenti aggressivi qualora il proprietario o il veterinario cerchi di ispezionarle. I pazienti con questa dermatopatia devono essere inquadrati da un veterinario con esperienza in dermatologia per risolvere le infezioni e impostare una terapia multimodale per la gestione nel lungo periodo, trattandosi spesso di una problematica di tipo cronico. 

Anche altre malattie possono causare prurito, come banalmente le pulci o la rogna sarcoptica. Una profilassi corretta per gli ectoparassiti deve essere sempre mantenuta durante l’anno per non incorrere in queste problematiche.

Altri problemi dermatologici meno frequenti ma tipici della razza sono la piodermite mucocutanea che si manifesta con aree di ulcerazione generalmente a livello di commissura labiale; il lupus cutaneo, malattia immunomediata che si caratterizza sempre per comparsa di lesioni erosive ulcerative su labbra, perioculari o sul tartufo; la piodermite profonda del pastore tedesco che si manifesta con lesioni profonde che gemono materiale sieroso o purulento sulle cosce e le fistole metatarsali, lesioni fistolose localizzate sulla cute a livello della parte prossimale dei cuscinetti metatarsali. Queste sono tutte malattie autoimmunitarie per cui il pastore tedesco è particolarmente predisposto.

Dr.ssa Irina Matricoti

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PRIMA PROVA DI SELEZIONE SAS PER IL CAMPIONATO DI OBEDIENCE

(Sas Valdoglio 26 marzo 2023)

Dopo il bellissimo incontro sull’obedience svolto a dicembre a Modena, chiamo Elena Corselli amica della sas Valdoglio e chiedo: “Avete impegni al campo a marzo?”. Amica da anni, è sempre un piacere lavorare con loro, ma questa volta non si tratta di uno stage o di una giornata formativa sulla nostra amata razza ma qualcosa di più … questa volta si tratta di organizzare come SAS una prova di obedience solo per pastori tedeschi e non una gara qualsiasi, ma la Prima Selezione per il Campionato Italiano di Obedience! 

La mia proposta è stata accolta subito con entusiasmo, la SAS Valdoglio è una storica sezione di utilità e difesa, sotto le direttive del presidente Claudio Coelli negli anni hanno organizzato tanti campionati regionali, selezioni per i mondiali, campionati italiani di utilità e difesa, gareggiavo in quel campo negli anni 80-90, ma l’obedience per loro è una disciplina nuova. Decidono che non possono tirarsi indietro! In poco tempo si procurano tutto il necessario fra coni, box, riporti, legnetti e si mette al lavoro anche il presidente Claudio che costruisce i salti nuovi da usare. Verrà coinvolto anche Stefano Mariani per un aiuto in segreteria con il PC (lavoro che nelle prove di obedience è fondamentale). Prima della gara ci sono 1000 telefonate da parte di Elena, presa dall’ansia di organizzare tutto al meglio. Erba tagliata a prato inglese sempre grazie all’aiuto di Claudio, premi per tutti gli iscritti e tanta serenità da portare fra i concorrenti. Il clima familiare è quello che da anni caratterizza questo campo. Come ho detto e ripetuto più volte questa doveva essere una vera festa del pastore tedesco! Il giorno della gara siamo stati premiati…è stata davvero una bellissima festa, con un meteo splendido (strano) e un clima soprattutto sereno. Viva l’obedience e i nostri meravigliosi pastori tedeschi! Elena, Claudio, Stefano e tutta la sas Valdoglio siete stati SUPER. Ringrazio anche Alberto Bellandi per essere stato presente alla manifestazione.   

La gara, i risultati, il livello tecnico.

Il sabato, tutti i partecipanti hanno la possibilità di effettuare la prova campo. Le ultime prove, sale l’ansia per qualche errore. Gli ultimi consigli e il campo viene chiuso, per permettere a Liana Carlon, commissario di ring della gara, di posizionare gli attrezzi e di segnare tutti i punti per gli esercizi sul campo. Un lavoro preciso e fondamentale per lo svolgimento della Prova.

La domenica, informazioni utili ai concorrenti, ultimi dettagli per la segreteria e il campo e si comincia. In campo, il Giudice (io), Il commissario (Liana) e il segretario che scrive i miei commenti e i voti sulle schede di giudizio (Francesco).

Un totale di 18 soggetti distribuiti in 4 classi di partecipazione. Riporto qui i podi.

Classe Predebuttanti. I “piccolini”. Podio: Vince Giorgia Amodeo con Lucifer. 2°Renato Brunzin con Maja Matajur. 3°Annalisa Medda con Naika. 

Classe Debuttanti. Podio: Vince Chiara Meccoli con Ermione Leonessa d’Italia. 2° Alessandro Conti con Saba dei Realnardi. 3° Elena Corselli con Braveheart Schon del Cerbero.

Classe 1. Podio: Vince Federica Morelli con Kobi Maranberg. 2° Teresa Ardillo con Dakota Leonessa d’Italia. 3° Serena Buson con Spirit.

Classe 2. Podio: Vince Andrea Delle Donne con Quendy della Decima mas. 2° Roberto De Angelis con Axel. 3° Giorgio Nardin con Gino di Casa Mary

Premio speciale per il miglio binomio: Alice Paladino con Escobar dei Trevigi

Nel commento generale a fine gara, ho detto a tutti che ho visto buoni soggetti, con ottime doti caratteriali, tecnicamente ben preparati ma ancora con delle piccole lacune nella gestione gara. Mi spiego: era evidente e ben visibile che la tecnica c’era, i cani conoscevano gli esercizi, ma il conduttore faceva fatica a tenere il cane in attenzione e ci rimaneva male quando il cane non eseguiva ciò che aveva sempre fatto bene. Ma queste sono le gare. Quindi non mollate, continuate a lavorare.

Un’impresa riuscire a formare un gruppo di pastori tedeschi in Obedience. Siamo ancora pochi, ma con un buon impegno da parte della SAS e un mio lavoro di motivazione, con incontri per allenarsi assieme, riusciremo ad aumentare i numeri e soprattutto a migliorare la qualità del lavoro. Riguardo a questo abbiamo pensato di organizzare degli incontri dove ci sarà la possibilità di organizzare delle simulazioni gara. Metterò a disposizione la mia esperienza per migliorare il lavoro e la gestione del cane in gara. Tutto questo per raggiungere un obiettivo: PARTECIPARE AL CAMPIONATO SAS DI OBEDIENCE. SI, CI SARÀ. ORGANIZZATO DALLA SAS CENTRALE IN EMILIA-ROMAGNA 18.19 NOVEMBRE 2023. UN GRANDE CAMPIONATO MULTIDISCIPLINARE CON: AGILITY, OBEDIENCE, MONDIORING, PROVE DI SOCCORSO, PISTE.                                                          

…UNA GRANDE FESTA DEL PASTORE TEDESCO. VI ASPETTO NUMEROSI!!!!

Anaela Tuzzi

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Intervista all’esperto: Agatino Corvaia

Mi considero fortunato e onorato nel conoscere una persona di oggettiva e indiscussa competenza cinofila qual è Agatino Corvaia. Personalità forte e di grande esperienza, Esperto Giudice ENCI – FCI per le razze di Utilità e Difesa e Soccorso, titolare dell’affisso “Di Casa Corvaia”, ha ricoperto la carica di consigliere SAS e Responsabile del settore Addestramento. Agatino Corvaia ha conseguito il Siger SAS nel 1988, è stato Campione italiano ENCI nel 1989, ha partecipato al Campionato Europeo nel 1990, ed è stato Campione del Mondo su traccia cani da soccorso nel 2010. Campione Italiano FIDASC e del Mondo nel 2014.

A questi titoli si aggiunge una grande esperienza nell’ambito del soccorso tecnico urgente, maturata come Vigile del Fuoco per circa trent’anni. Chi meglio di lui può darci delle risposte a quelle che sono le nostre curiosità in merito all’impiego del Pastore Tedesco, nel settore del soccorso in termini generali, e le differenze tra la disciplina relativa al soccorso nell’ambito sportivo e quella invece di Protezione Civile, nel contesto operativo.

Da sempre sei impegnato nelle attività cinofile, ti conosciamo come Esperto Giudice di prove IGP (Prove di lavoro internazionali per cani da utilità e difesa), ma sappiamo anche che sei stato precursore con la SAS di un’altra disciplina altrettanto impegnativa e complessa qual è quella del Soccorso Operativo. Ci vuoi raccontare in che modo questa si è sviluppata in Italia e l’importanza del Pastore Tedesco in questo percorso?

Sì, effettivamente già negli anni settanta ero un tesserato SAS, dove oltre ad allevare cani da pastore tedesco, mi occupavo anche di addestramento. Negli anni ottanta ho iniziato il percorso per la formazione di Unità Cinofile da Soccorso e con la SAS ho fatto un bellissimo percorso soprattutto dal 1984 al 1986, resosi concreto poi, con la stesura del primo Regolamento per l’Abilitazione dei primi cani da soccorso. In quel periodo la SAS organizzò diversi corsi di formazione e molte prove operative un po’ in tutta Italia, promuovendo prima di tutti questo settore e incentivando le prime Unità Cinofile in ambito di protezione Civile (Regolamento per l’Abilitazione delle Unità Cinofile da impiegare per la ricerca in superficie di persone scomparse e travolte da macerie).

Provenendo da un’esperienza prettamente operativa nel settore della ricerca con il cane, cosa pensi delle manifestazioni sportive oggi conosciute come prove IPO-R (Organizzazione Internazionale Cani da Soccorso)?

Con l’introduzione dei Regolamenti Internazionali (IPO-R), ci si è avvicinati al mondo sportivo. Infatti, nelle prove troviamo dei giudizi, delle qualifiche, la classifica, ma per quanto concerne l’attività svolta dal cane, non penso ci sia una grande differenza poiché quest’ultimo è ignaro della partecipazione sportiva che in quel momento sta effettuando. Considero questo tipo di prove, utili e necessarie a garantire una corretta preparazione tecnica e atletica del cane. Attualmente esiste un vero e proprio circuito (IRO) di prove di questo tipo, che può portare i partecipanti a gareggiare anche in competizioni nazionali e mondiali.

Se ho capito bene, nella fase riguardante la ricerca, non si evincono particolari differenze tra le due prove, invece cosa mi dici per gli altri esercizi che il cane deve affrontare?

Voglio precisare che le prove IRO sono nate con l’intento di disciplinare a carattere internazionale il settore del soccorso cinofilo. Il binomio che supera il livello più alto della prova IPO-R (livello B), in realtà dovrebbe essere abilitato a svolgere anche attività di carattere operativo. In Italia però questo non è consentito e per operare nel soccorso, cioè per svolgere un vero e proprio intervento di ricerca, è richiesta l’abilitazione rilasciata dall’ENCI, in seguito al superamento della prova di operatività. In realtà se andiamo a considerare la sezione che si riferisce agli esercizi di obbedienza e destrezza delle due prove, possiamo senza dubbio costatare la maggiore difficoltà delle prove IPO-R. L’anomalia è evidente, in considerazione di questo il binomio che ha superato la prova IPO-R nel livello B, non dovrebbe essere sottoposto a nessun’altra valutazione, ma avere la possibilità di operare anche in ambito di Protezione Civile senza sostenere nessun’altra verifica.

E invece qual è la situazione attuale nell’ambito del soccorso operativo? 

Oggi in Italia abbiamo un ottimo livello in tal senso, sono presenti numerose Associazioni di livello nazionale con Unità Cinofile abbastanza preparate, ci sono binomi collaudati che hanno partecipato in diverse calamità nazionali e internazionali, così come abbiamo potuto costatare nel terremoto in Turchia e in Siria.

Quali sono gli obiettivi della SAS nell’ambito delle discipline del soccorso?

Io spero tanto che la SAS e i soci si appassionino sempre più a queste discipline e che Il nostro amato Pastore Tedesco possa primeggiare anche in questo ambito. Sappiamo che questa razza è una delle più versatili e sono sicuro che anche nel settore del soccorso potrà darci tante soddisfazioni.

Roberto Palmieri

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BENESSERE ANIMALE

Tutte le normative hanno portato a inquadrare giuridicamente gli animali tutelandoli come beni patrimoniali ed elevandoli da oggetto a soggetto di diritto, quindi esseri sensienti. Possiamo affermare che il benessere è ciò che dovremmo essere se fossimo in un equilibrio biologico ottenuto con il minimo sforzo e massima resa.

Questo concetto traslato, ci porta a riflettere che per garantire il benessere ai cani con i quali ci relazioniamo per qualsiasi disciplina è opportuno identificare gli elementi di malessere per mantenere il benessere.

Il loro benessere psico-fisico si ottiene rispettando le loro esigenze etologiche a loro funzionali nel contesto in cui vivono.

Spesso, invece, vivono le conseguenze delle nostre esigenze:

  • AMBIZIONI ( superare i loro limiti soggettivi )
  • CARENZE (usarlo come sostituto di affetto )
  • CONVINZIONI ( ignoranza sulla loro animalità )

Tutti gli addetti ai lavori dovrebbero conoscere i sintomi relativi al malessere animale per cui ritengo interessante analizzare la piramide di Maslow adattata ai cani:

bisogni sociali

bisogno di autorealizzazione

realizzazione di se stessi nei vari ambiti di vita

il cane è pienamente realizzato

bisogno di riconoscimento e rendimento prestigio, rispetto, apprezzamento

il cane ha stima di sé

bisogno di appartenenza benevolenza, amore, accettazione

il cane si sente parte di un gruppo

bisogni primari

bisogno di sicurezza protezione, certezza, tranquillità

il cane si sente sicuro

bisogni fisiologici quali salute, alimentazione, riposo, sessuali

il cane è fisicamente appagato

Il cane vive in una spazialità che è tridimensionale – olfattiva, uditiva, gustativa, visiva e tattile – per cui grandi spazi non sono utili se scarseggiano le risorse, spazi più contenuti possono bastare se ci sono risorse atte al soddisfacimento dei bisogni necessari. Evitare sovraffollamento in spazi contenuti poiché potrebbero scatenare stati ansiosi e aggressività.

Responsabilità di chi a qualunque titolo  detiene un cane:

  • Internazionale e Comunitaria
  • Statale
  • Regionale
  • Provinciale
  • Comunale
  • Aziende Sanitarie Locali
  • Privati
  • Proprietari e Detentori

CONSULTARE:

  • Dichiarazione universale diritti degli animali
  • Convenzione Europea protezione animali da compagnia
  • Trattato di Lisbona art. 13
  • Normativa Italiana legge n° 281, 189,201
  • DPR n° 320 del 1954
  • D.L. n°285 del 1992

Mimmo Carnicella 

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