Sono Mimmo Carnicella, dal 2001 sono un Giudice di Utilità e Difesa ENCI, un Giudice Formatore e un Giudice Selezionatore per le razze da Rottweiler e Pastore Tedesco. Nel 1997 ho ricevuto per la prima volta l’incarico di Professore presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Teramo come docente del corso in “Psicologia canina”.
Certamente gli appassionati cinofili e in particolare i conduttori si saranno posti, come me, la domanda che apre questo articolo. Assistendo e partecipando a gare di elevato livello agonistico, ho potuto osservare che alcuni soggetti dimostrano di possedere tempi di reazione ottimali rispetto ad altri, pertanto il Giudice necessariamente differenzierà la sua valutazione tenendo conto della volontà e della precisione nell’esecuzione di un esercizio, ma anche dalla velocità di reazione ed esecuzione del comando ricevuto.
Apparentemente tutti gli elementi portano a supporre che questa capacità sia dovuta alla tecnica utilizzata, alla bravura del preparatore nell’utilizzarla, alla razza intesa come forma costituzionale e a certe linee di sangue all’interno delle razze geneticamente meglio dotate.
Tutto ciò è sicuramente vero e imprescindibile, ma in questi anni ho approfondito e cercato di analizzare il problema con maggiore attenzione, sperimentando certe idee direttamente sul campo con soggetti in preparazione e appartenenti a diverse razze da utilità e difesa.
Assunto che:
Mi sono chiesto se altri fattori possano entrare in gioco e quali sono, oltre i classici meccanismi deputati all’apprendimento, e man mano mi sono convinto che i tempi di reazione possono essere velocizzati anche da:
Il cane che ben conosce lo schema di apprendimento stimolo – risposta – rinforzo migliorerà sicuramente la concentrazione nell’attesa del comando; infatti più velocemente eseguirà la risposta tanto più velocemente sarà gratificato dal rinforzo. (ovviamente il cane deve trovarsi nella condizione di forte motivazione sullo stimolo utilizzato ma deve anche sapere che a una mancata risposta non ci sarà alcun rinforzo).
Questo comportamento, ripetuto correttamente, porterà il cane ad assentarsi dalla realtà e ad essere teso per dare quell’unica risposta.
Il conduttore che insegna al suo cane a sviluppare una giusta e ben calibrata carica emotiva sullo stimolo avrà attivato, come dimostrato scientificamente, sia le ghiandole surrenali a produrre Cortisolo e Adrenalina (ormoni che supportano l’organismo alla reazione), sia l’aumento del ritmo respiratorio e del battito cardiaco; pertanto, i muscoli maggiormente irrorati dall’ossigeno contenuto nel sangue daranno una risposta più pronta.
Particolare attenzione và posta, nel non superare il limite di sopportazione contestuale della carica emotiva, altrimenti si instaura nel cane uno stato ansioso non auspicabile per un corretto apprendimento.
Anche un costante allenamento fisico e una adeguata alimentazione risultano opportuni e necessari per mantenere efficienti le masse muscolari e l’apparato locomotorio. Se l’ordine a reagire arriva ad un muscolo atono o a una articolazione poco elastica, l’esecuzione sarà sicuramente lenta.
Il cane allenato acquisisce uno schema mentale predisposto a rispondere quasi istintivamente a quel comando. Quest’allenamento porta a un minore coinvolgimento della sua coscienza, pertanto come risultato si ha una ulteriore riduzione del tempo di reazione. Intendo dire che l’automatismo è un meccanismo neurologico paragonabile ad una scorciatoia infatti, quando l’impulso arriva al midollo spinale, quest’ultimo impartisce il comando di reagire alla parte interessata e contemporaneamente invia al cervello copia del comando stesso: quando questo arriva la reazione è praticamente avvenuta.
Val la pena di tenere a mente che l’automatismo se non sufficientemente motivato porta alla riduzione del piacere al lavoro.
Per reagire velocemente, un cane deve imparare a codificare e riunire in pochi millesimi di secondo tutte le informazioni che precedono il comando, quasi anticipandolo.
Un soggetto con esperienze agonistiche, sa bene che comando arriverà dopo essere partito dal paletto, sa cosa dovrà fare dopo aver ricevuto il comando, sa anche che quel comando sarà preceduto da segnali preparatori, l’unica incertezza riguarda il momento in cui verrà dato, ed è proprio su questo che lui concentrerà tutta la sua attenzione. Anche il conduttore contribuirà alla velocità di reazione migliorando la qualità dell’informazione non già la quantità.
Forse in alcuni cani esiste una predisposizione o capacità innata di coordinare le informazioni e dare risposte più rapide… Ma se è vero non è dimostrabile!
Certo è invece, che la conoscenza di questi aspetti da parte dei conduttori può decisamente ottimizzare la performance del nostro “amico”.
Mimmo Carnicella
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